MA I NOSTRI BAMBINI COME STANNO VIVENDO QUESTA SECONDA ONDATA DI COVID? CONOSCIAMO LE RICADUTE PSICOLOGICHE?
Vogliamo condividere con le nostre mamme le reazioni che i bambini possono manifestare durante questa ulteriore ondata di Covid e i consigli della Dottoressa Cecchetto Valeria, psicologa e psicoterapeuta infantile.
“La popolazione infantile ha dimostrato di essere la più resistente, ma anche la più fragile: risparmiata dalle conseguenze fisiche del Covid, ma non dalle ricadute psicologiche. Esposti alla paura della malattia, della morte e bombardati dai bollettini dei telegiornali, bambini e ragazzi vivono in un costante stato di allarme. Tutto questo scatena o peggiora sintomi ansiosi e depressivi.
Gli stati emotivi che i bambini possono manifestare durante questo periodo Covid sono: paura, tristezza, colpa, rabbia, confusione, capricci e ansia. Inoltre il prolungarsi dell’instabilità e dell’insicurezza può accentuare questo malessere.
In tali circostanze i bambini possono manifestare reazioni somatiche come mal di pancia, mal di testa. Possono ammalarsi più frequentemente, mostrare comportamenti anomali come iperattività, inappetenza, iperalimentazione, disturbi nel sonno, o irrequietezza.
QUALI SONO LE REAZIONI COMUNI CHE POSSIAMO NOTARE?
- Dimostrare un maggior bisogno di attenzione da parte del genitore o delle figure di riferimento. Infatti i bambini hanno bisogno di ricorrere alle figure di riferimento tutte le volte che si trovano a dover affrontare situazioni per loro complesse, in cui si sentono in pericolo o disorientati. In questa particolare situazione, inoltre, i bambini possono anche sviluppare il timore di separarsi dalle figure di attaccamento per la paura che possa loro accadere qualcosa di brutto.
- Manifestare lo stress sotto forma di rabbia e irritabilità, solitamente diretta alle persone a loro più care e vicine, in primis i genitori. Dobbiamo sempre ricordare che la rabbia è un’emozione sana ed accettabile, quello che può essere giudicato non è quindi l’emozione in sé ma il modo in cui questa viene espressa. Urlare, dare calci, sbattere, gettare, rompere giochi, pianti disperati e inconsolabili celano fragilità, tristezza, paura. La strategia migliore in questi casi è cercare di calmarli con parole semplici e di conforto. E’ necessario ricreare la possibilità di parlare di cosa gli sta accadendo, di esprimere le loro insicurezze, rassicurandoli della nostra presenza e vicinanza.
- Esprimere il dolore attraverso il comportamento. E’ molto probabile, soprattutto in relazione alla loro età, che i bambini non riescano ad esprimere verbalmente le loro preoccupazioni. Possono diventare irritabili, avere problemi di concentrazione, lasciarsi assorbire completamente dai videogiochi, disegnare immagini che rimandano i temi ascoltati sul contagio. Potrebbero manifestare nuove paure, o al contrario ripresentare comportamenti tipici di fasi precedenti della crescita.
- Mostrare difficoltà nel dormire e/o difficoltà nell’alimentazione: in particolare fatica ad addormentarsi, risvegli e incubi frequenti, o al contrario sviluppare forme di ipersonnia, cioè dormire molto più del solito. O ancora manifestare una tendenza all’iperalimentazione o un rifiuto del cibo.
- Apparire privi di energie: affaticamento, difficoltà nelle interazioni sociali e tendenza a isolarsi ne rappresentano possibili sviluppi. È importante che i bambini mantengano i contatti con i propri amici, i nonni ed i propri cari in generale, anche attraverso telefonate o videochiamate.
COME POSSIAMO AIUTARE I NOSTRI BAMBINI?
- Non cercare di far finta che non esista alcun problema: è importante permettere ai bambini di porci delle domande e rispondere onestamente sul covid e quindi su questa pandemia.
- Condividere con i bambini i propri stati d’animo. Dobbiamo spiegare loro il motivo per cui ci si sente preoccupati, tristi o arrabbiati, con parole e contenuti adeguati all’età dei piccoli. La presenza di discorsi su quanto sta accadendo, su sentimenti e stati emotivi all’interno della famiglia aiuta i bambini a sviluppare la propria sensibilità sociale.
- Rassicurare i bambini con gesti e parole: abbracci e coccole fanno sempre il loro lavoro. Affianchiamo a questo parole adatte all’età del bambini, semplici e per loro comprensibili, evitandola creazione di fantasie minacciose o spaventose. Mostrare loro un atteggiamento di disponibilità, di vicinanza, parlare loro con voce rassicurante.
- Non negare, banalizzare o sopprimere le emozioni che stanno provando ma spiegare loro che è normale provare sentimenti e che anche noi adulti abbiamo reazioni emotive di fronte a quello che sta accadendo. Incoraggiarli a parlare di quello che provano.
- Indicare delle soluzioni positive: far capire ai bambini che questa è una situazione a termine, che non sarà sempre cosi e torneremo alla vita normale. Può aiutare ad esempio fare dei piani per il futuro quando il Covid non sarà più un problema.
- Filtrare le informazioni, che spesso assumono le sembianze di bollettini di guerra. Non siamo in guerra, ma stiamo vivendo una situazione del tutto fuori dall’ordinario. Ricordiamo che i bambini piccoli prendono le parole alla lettera e non sono ancora capaci di distinguere tra cause ed effetti, tra fantasia e realtà. Noi adulti siamo le bussole di cui si servono per muoversi nella realtà.
- Non lasciare i bambini da soli davanti alla tv o alla radio.
- “Ora di aria”! mantenere i bambini fisicamente attivi permette loro di sfogare l’energia fisica e psicologica, e mantenere un equilibrio psicofisico, alleato fondamentale anche per il funzionamento cognitivo.
In conclusione, ricordiamoci che il genitore perfetto non esiste e non serve, basta essere, per dirla come Winnicott, genitori sufficientemente buoni: essere presenti fisicamente ed emotivamente, e fare del nostro meglio per rispondere ai bisogni dei nostri bambini ci rende tali.”
Dott.ssa Cecchetto Valeria
https://www.facebook.com/psicoterapeutaimola
https://www.isoladellafamiglia.it/