PICCOLE MANI…GRANDI SCOPERTE ATTRAVERSO LA MANIPOLAZIONE TATTILE!
La manipolazione tattile è la prima forma di comunicazione del bambino e per comprenderne l’importanza basta pensare che il tatto è il primo dei cinque sensi che si sviluppa nel feto.
Già alla settima settimana di gravidanza compaiono i primi recettori sensoriali attorno alla bocca, e nell’arco delle quattro settimane successive i recettori saranno presenti su tutto il viso, sulle mani e sui piedi. Dalla quattordicesima settimana quasi tutte le parti del corpo reagiscono agli stimoli. Il tatto diventa per il bambino il primo mezzo di esplorazione.
A chi non è mai capitato durante un’ecografia di vedere il feto succhiarsi il pollice? O quante volte durante la gravidanza alla carezza di mamma e papà sul pancione il bambino ha risposto con un calcetto?
La manipolazione consiste nella capacità di prendere un oggetto e poterlo poi adoperare; significa quindi per un neonato, ad esempio, riuscire a raggiungere l’oggetto, afferrarlo e poi portarlo a sé. Una sequenza di gesti difficile per il piccolo che manifesta però fin dai primi mesi la sua caparbietà, e che continua pazientemente a provare fino a quando non sarà riuscito a raggiungere il suo obiettivo. D’altronde sono comprensibili i suoi sforzi se si pensa che “le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo” come diceva Maria Montessori.
Parlare di manipolazione tattile nella prima infanzia significa far riferimento, quindi, a tutte quelle attività che permettono al bambino di esplorare il mondo, di scoprire le caratteristiche e le proprietà dei materiali. L’attività di manipolazione risponde a molti bisogni dei bambini, dai primi istanti di vita e per tutto il successivo sviluppo: favorisce lo sviluppo delle competenze sensoriali, motorie, cognitive ed espressive e ne stimola la creatività. Toccare, schiacciare, appallottolare, premere, mescolare e spalmare sono tutti gesti che facilitano la coordinazione oculo-manuale e affinano la motricità.
La maggior parte dei bambini ad esempio ama “lavorare” con i materiali plasmabili; questa attività infatti procura in primo luogo un immediato piacere di tipo senso-motorio, permette poi di modellare, in un certo senso, la realtà esterna da protagonista, aiuta ad assumere la consapevolezza che le sua azioni lasciano delle impronte, gli consente di esprimere la propria affettività.
Il ruolo dell’adulto nello sviluppo e nell’attività di manipolazione dovrebbe essere quello di una presenza interessata ed affettuosa ma non intrusiva. Il suo compito è predisporre con cura l’ambiente, renderlo stimolante e confortevole, preparare i materiali più adatti in base all’età del bambino, per poi restare presente come un attento osservatore, capace, quindi, di tenersi in disparte per non influenzare la libera sperimentazione dei bambini.
“Quando la mano si perfeziona in un lavoro scelto spontaneamente, e nasce la volontà di riuscire, di superare un ostacolo, la coscienza si arricchisce di qualcosa di ben diverso da una semplice cognizione: è la coscienza del proprio valore” (M.Montessori).
Dott.ssa Valeria Cecchetto – www.isoladellafamiglia.it