L’inserimento all’asilo nido per il bambino costituisce un evento dal grande valore e dal forte impatto emotivo, non solo sul bambino ma su tutti i protagonisti della vita familiare, mamma e papà in prima linea ovviamente.
Il termine “inserimento all’asilo nido”, oggi ampiamente usato per indicare questo evento, fa riferimento a quel processo di accoglienza del bambino e dei suoi genitori che permette di vivere l’asilo nido come un ambiente sicuro, in grado di garantire un senso di protezione e di contenimento, e la realizzazione del processo di ambientamento alla nuova situazione; bisogna però ricordare che l’ingresso al nido rappresenta anche un processo emotivo e psicologico di forte rilevanza, in cui genitori e figli sono alle prese con la prima reale esperienza di separazione, e la conseguente apertura della relazione al mondo esterno.
“E’ come il filo che collega la mano al palloncino: stretto e vincolato alla presa terrena, ma già proiettato nelle innumerevoli direzioni del cielo” diceva F. Dolto, pediatra e psicoanalista francese.
Possiamo facilmente immaginare quanto sia difficile per il bambino separarsi dal proprio ambiente familiare, e sperimentarne contemporaneamente uno del tutto nuovo, fatto di persone, ambienti, posti, spazi, oggetti sconosciuti, e in cui dover condividere le cure e le attenzioni di figure adulte con gli altri bambini. Senza ovviamente dimenticare che anche i genitori si trovano a dover affrontare quella stessa fase di ambientamento dei figli, messi alla prova da emozioni e sentimenti forti e ambigui, conseguenti alla separazione dal proprio figlio.
La parola chiave per districarsi in questa nuova sfida è certamente gradualità: gradualità relativamente agli orari e alla presenza del genitore nel nido con il figlio, ma graduale è anche il processo che permette a entrambi di prendere dimestichezza col nuovo ambiente e con i nuovi ritmi; gradualità per affidarsi ad estranei non appartenenti alla famiglia, e accettare che il bambino possa stare bene anche in assenza dei genitori.
Fiducia è la seconda caratteristica che dovrebbe identificare il rapporto tra scuola e genitori: un buon ambientamento inizia dall’alleanza genitori – educatori; un rapporto che si costruirà poco alla volta, e si rafforzerà costantemente, attraverso il dialogo e il confronto, e che permetterà a entrambi di salire in barca e remare guardando nella stessa direzione: è in questo modo che il bambino si sentirà supportato e guidato in modo univoco dagli adulti che fanno parte della sua vita.
Mai dimenticare che i bambini colgono molto di più dalle emozioni che dalle parole; se il bambino percepirà l’ansia e la preoccupazione dei propri genitori come potrà accettare di vivere in prima persona serenamente e con curiosità questa nuova esperienza?
Come tradurre la teoria in azioni pratiche? Come rendere più semplici i primi giorni per l’inserimento al nido?
Ecco i consigli per l’inserimento all’asilo nido:
- Preparare il bambino al cambiamento, rendendo il nido qualcosa di familiare ancora prima del suo ingresso, ad esempio portandolo a vedere il posto che frequenterà, parlandogli del fatto che conoscerà altri bimbi, raccontandogli che troverà dei nuovi giocattoli, sfogliando assieme un libro che tratti dell’argomento.
- Favorire i momenti di socializzazione può rivelarsi utile: il bambino passerà da una situazione privilegiata di vicinanza con l’adulto ad una di condivisione con altri bambini. Portarlo al parco, ad esempio, e avvicinarlo alla presenza di altri bambini può prepararlo emotivamente alla nuova esperienza.
- Creare delle abitudini legate all’andare al nido, quali ad esempio cantare una canzoncina nel tragitto, percorrere sempre la stessa strada, fare un saltello una volta arrivati, fare un’attività assieme all’uscita dal nido. Le routine rendono il mondo prevedibile per i bambini e permettono di acquisire quel senso di sicurezza indispensabile per il loro benessere psicofisico.
- Gestire le proprie emozioni: mostrare entusiasmo e affrontare l’arrivo al nido con il sorriso invoglierà il bambino e lo farà sentire sereno, al contrario manifestare il proprio senso di colpa, la preoccupazione, la tristezza al momento della separazione farà sentire il bambino a disagio, e non gli permetterà di percepire il nido come un ambiente sicuro a cui affidarsi.
- Mai allontanarsi dal bambino di nascosto, o senza averlo salutato; un bacio, un saluto, anche se il bambino sta piangendo, è importante perché gli trasmette il senso del ritorno: è in questo modo che imparerà gradualmente a gestire le separazioni.
- Laddove possibile lasciare che il bambino porti con sé il suo giocattolo preferito (il cosiddetto “oggetto transizionale”) che gli permette di vivere lo stato di separazione dall’adulto di riferimento senza angoscia.
Infine, non bisogna dimenticare che ogni bambino è unico, il mondo degli adulti dovrebbe rispettare i suoi tempi; non tutti i bambini si ambientano velocemente alla nuova organizzazione, alcuni hanno bisogno di più tempo e più pazienza da parte degli adulti.
La volpe al Piccolo Principe: “se tu vuoi un amico addomesticami”!
“Che cosa bisogna fare”? domandò il Piccolo Principe.
“Bisogna essere molto pazienti” risposte la Volpe.
“In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba.
Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”– Antoine de Saint-Exupéry –
Dott.ssa Valeria Cecchetto – www.isoladellafamiglia.it